Come diventare un consumatore critico e consapevole
Inquinamento, erosione del suolo, danni al paesaggio, perdita di biodiversità sono solo alcuni dei cambiamenti che la Terra sta subendo per colpa dell’uomo. Tra le tante cause che contribuiscono a questi cambiamenti, un ruolo rilevante lo ha il cibo. A causa della sola alimentazione, ognuno di noi contribuisce ad emettere 1.778 kg di CO2 all’anno: il 25% del nostro impatto totale.
Gli alimenti sono indispensabili all’uomo, ma le scelte su qualità, quantità e tipologia influiscono notevolmente sull’impronta che lasciamo nell’ambiente.
Ogni giorno scegliamo cosa comprare, come cucinare, cosa buttare, cosa mangiare, quindi è fondamentale fare scelte consapevoli.
Produrre un qualsiasi alimento, necessita di grandi quantità di terra, energia e acqua. Non solo, bisogna considerare tutti i passaggi che quell’alimento fa dall’azienda fino a casa nostra, considerando tutte le fasi di produzione, trasformazione, distribuzione; fasi che hanno tutte un forte impatto sull’ambiente che ci circonda.
Diversi studi hanno evidenziato che la nostra alimentazione necessita di un cambiamento per essere realmente sostenibile. Alcune importanti organizzazioni e presidi legati all’alimentazione (Slow Food, WWF) hanno segnalato i problemi legati al nostro sistema alimentare. Il modo più efficace per calcolare l’impatto dei prodotti, anche dei cibi, sull’ambiente è il Life Cycle Assessment (LCA), l’analisi del ciclo di vita che valuta gli impatti lungo l’intera filiera produttiva e fa un resoconto dei risultati utilizzando alcuni indicatori fra cui il “Carbon Footprint”, cioè la quantità di emissioni di gas serra generata da un processo di produzione, e il “Water Footprint”, cioè il quantitativo di acqua dolce che viene utilizzata o inquinata nella realizzazione del prodotto.
Grazie agli studi del Life Cycle Assessment (LCA) di diversi alimenti si è valutato che la carne rossa è in generale il cibo che ha un impatto maggiore sull’ambiente. 100 g di manzo comportano l’emissione di 1.600 g di CO2, 100 g di lenticchie solo 70 g. Il valore di CO2 emessa per la produzione di carne bovina equivale a 14 volte quello di gas serra medi emessi durante il ciclo vitale di 100 g di frutta e verdura e 2,5 volte quelli emessi per la produzione di pesce, maiale, pollo e uova.
Una ricerca condotta dall’ISPRA sostiene che se si riducesse del 30% il consumo di carni, aumentando il consumo di prodotti di origine vegetale, si otterrebbe una riduzione di emissione di gas serra di 590 kg a persona all’anno. Non poco se pensiamo che in media un albero in un anno ne assorbe solo 20 Kg.
Ognuno di noi, con un po’ di attenzione, può ridurre il proprio impatto anche partendo dal cibo che mangia. Conoscere meglio ciò che acquistiamo ci rende più consapevoli del nostro ruolo di consumatori. Consumare un pasto senza carne, scegliere prodotti locali e di stagione fa risparmiare energia e produrre la metà di anidride carbonica, contribuendo a salvaguardare l’ambiente.