Perseguire un mondo plastic free sta a noi
La plastica è stata per molto tempo un valido alleato in vari settori produttivi, grazie alla sua malleabilità in lavorazione, resistenza e flessibilità del prodotto finito. Nell’industria alimentare ha aumentato i livelli di igiene e garantito ai prodotti una migliore conservazione e un aspetto appetibile.
Tuttavia, a fronte di alcuni vantaggi, la plastica presenta altissimi costi per l’ambiente e per la nostra salute.
Gli ultimi dati (2016) sono allarmanti: nel mondo si producono circa 310 milioni di tonnellate di rifiuti plastici all’anno, con un’emissione di circa 1 miliardo e mezzo di tonnellate di CO2 (circa il 4,6% del totale). L’Europa produce 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui l’Italia è responsabile per 5 milioni di tonnellate. I cittadini italiani producono 5 chilogrammi di plastica ogni giorno, 73 chilogrammi l’anno, di cui il 40% sono imballaggi.
L’obiettivo del riciclo totale della plastica è ancora lontano: meno della metà degli imballaggi differenziati correttamente trova nuova vita. A livello europeo, solo il 31% dei rifiuti plastici viene differenziato e avviato al riciclo, spesso in paesi extra UE. Inoltre, il mercato della plastica riciclata è poco appetibile e non regge il confronto con quello della plastica vergine.
I rifiuti plastici non avviati al riciclo sono conferiti nei termovalorizzatori, ossia bruciati per ottenere energia, con il duplice problema dell’inquinamento dell’aria che respiriamo e dello smaltimento delle scorie post-combustione.
La plastica che non finisce nella raccolta dei rifiuti, giunge in mare. Gli oceani sono inquinati sia dalle 6 famigerate isole di plastica, sia dal pericolo insidioso delle microplastiche (frammenti di plastica che, degradandosi a causa degli agenti naturali, si scompongono in particelle microscopiche dannose), che uccidono 1,5 milioni di animali marini all’anno. Inoltre, risalendo la catena alimentare, le microplastiche entrano nella nostra dieta: ne ingeriamo 5 grammi a settimana.
Passare alle bio-plastiche è un compromesso che presenta molti lati oscuri, di cui Ecosapiens si è già occupata in un articolo dedicato. L’usa-e-getta è un’abitudine culturale con altissimi costi ambientali, che non ci insegna il rispetto e l’attenzione verso la salvaguardia del Pianeta.
La vera rivoluzione avviene nel nostro quotidiano. Controlliamo il bidoncino dei rifiuti plastici domestici: quanti imballaggi inutili acquistiamo? Danneggiano l’ambiente e il nostro portafoglio! Una spesa più consapevole da questo punto di vista può renderci più sostenibili con pochi accorgimenti.
Speriamo di poter avere presto una grande distribuzione responsabile, che scelga di ridurre gli imballaggi plastici per diminuire il suo impatto ambientale. Gli esempi ci sono e funzionano: perché non passare alla “spesa nuda”?
La rivoluzione per un mondo con meno plastica, nel frattempo, sta a noi: le nostre abitudini dannose per l’ambiente possono essere modificate subito. Ogni giorno, il nostro piccolo contributo è importante per un cambio di rotta: possiamo essere virtuosi in ogni scelta e coinvolgere gli altri in questa rivoluzione green.